martedì 9 novembre 2010

ARCHI PREZIOSI

In questo blog racconterò il "senso" dei miei lavori.
Non amo lavorare per il puro passatempo perchè credo che il merletto sia un qualcosa di più costruttivo e di culturale, e in certi casi una vera espressione artistica. L'intreccio dei fili, banale e ripetitivo, che per centinaia d'anni e stato fatto perchè doveva sopperire ad altri bisogni, direi che oggi è obsoleto.
Vedere nelle mostre o in Rete, sempre gli stessi lavori, ripetuti o leggermente modificati, come ad esmpio le mille versioni delle Madonnine di Cantù o le "testine" e le "damine" Ceche che occhieggiano da decenni per tutte le fiere e mercati, non mi affascina, anzi, mi induce ancor più a cercare sempre altre strade e nuove soluzioni. 
Fa parte del mio carattere, e dovendo sintetizzare il mio pensiero dico"quello che ho visto è stato già fatto". Non è presunzione ma sono attratta dal nuovo, dalla ricerca, pur modesta, convinta che "una vita senza ricerca non è degna di esser vissuta" - Socrate. Apologia, 38 -.
Lavorare per un concorso a titolo stabilito è stimolante in quanto dà la possibilità di presentare il proprio modo di intendere il merletto esprimendo la propria "diversità" creativa, ossia la propria cultura, cosa che dovrebbe risultare interessante in epoca di spietata globalizzazione.


 Nel 2006 a Sursee, in Svizzera, il tema del concorso era "L'arco".

 Un titolo affascinante, ma pensai subito di scartare l'arcobaleno, i ponti, le arcate, immaginando che sarebbero state fonti di ispirazione per altri, e così è stato.

Ritenni opportuno realizzarlo nella forma che più mi ispirava progettando un gioiello: Archi preziosi.





  Ho inteso sintetizzare il concetto "arco" come preziosità  venale-gioiello,  appropriandomi delle forme architettoniche dei vari tipi di arco - trilobato, a tutto sesto, a sesto ribassato, a sesto acuto - affascinata dall'importanza che hanno avuto nel campo dell'architettura partendo dall'epoca nubiana, alla minoica arrivando ai giorni con Gaudì.qui
Immagine da Wikipedia

immagine da Wikipedia
Il lavoro si presenta con i punti tradizionali della mia regione, cosa che si evidenzia, ormai da anni, nelle mie esecuzioni. Cerco di adeguare, ridisegnando, il merletto tradizionale secondo lo scopo specifico, in modo da mantenere una certa "tradizione e modernità" unita al pregio del capo unico.
Progettando un gioiello è meglio dimenticare "l'angoletto" nato come decorazione per un fazzolettino, oppure un "bordo" progettato per altri usi e trasformato in bracciale; si deve pensare ad un gioiello.
Certo, questo richiede tempo, perchè il merlettare è gesto antico e i movimenti della mano non si sono accelerati dal 1500 ad oggi, nè nell'intreccio del filo nè nel vergare il foglio. La lentezza creativa è aborrita rispetto alla rapidità che si può ottenere dalla Rete che consente a chiunque di adattare senza troppo impegno ed intelletto, patterns visti e rivisti: creare è lento e complesso.

Dopo l''idea, si passa allo schizzo a mano, poi al disegno a matita, poi si riporta su lucido in china usando compasso, righello e squadretti, infine la copia eliografica.
progetto a matita
Uguale cura richiede la scelta dei filati e materiali, perle o altro affinchè il tutto risulti armonioso. Se per la partecipazione ad un concorso, o esposizione, il concetto di proporzione di un soggetto non è determinante, in quanto può essere il frutto di ricerche estetiche innovative, esasperate, e dove generalmente conta molto l'impatto visivo, lo diventa invece nella progettazione di un gioiello "da indossare".
Un collier girocollo in merletto, di una certa imponenza, deve appoggiarsi perfettamente alla base del collo, non potrà sollevarsi dietro nè allargarsi troppo verso le spalle; da qui la necessità di progettarlo specificatamente e proporzionalmente alla circonferenza collo e taglia della persona.
Una persona esile, difficilmente indosserà con grazia un collier ideato per una matrona, e viceversa; lo stesso dicasi per braccialetti ed orecchini.
In gioielleria il problema non esiste dato che la struttura, generalmente, è mobile, e le dimensioni, relativamente contenute, almeno quelle europeee, comunque studiate da un'equipe per un mercato internazionale.
E se, in gioielleria esigiamo che un gioiello d'oro ci "vesta" perfettamente, e prima di acquistarlo ne proviamo più d'uno, lo stesso vale per un gioiello di filo.
Questa collana non si è classificata ma non è importante, l'importante, per me, è che sia un buon lavoro...
a modo mio, naturalmente.

6 commenti:

  1. C'est une excellente démarche que la création, une fois qu'on a acquis les bases et pour cela fait ces modèles que l'on voit partout, c'est un apprentissage.
    http://sophiedentelles.canalblog.com/

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  2. Merci Sophie, je pense que tout ce qu'il faut étude et de préparation. J'espère que le traducteur traduit bien le sens du texte .... Maria

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  3. Ciao Maria,
    sicuramente ciò che hai scritto darà da pensare a qualche merlettaia che si accinge a realizzare un lavoro per la partecipazione ad un concorso. Sono d’accordo con te sul fatto che il tema del concorso deve solleticare la fantasia di chi lo esegue e deve essere rappresentativo delle proprie capacità e della propria espressività, ma purtroppo, non è sempre così, almeno per quanto mi è capitato di vedere in varie occasioni. Forse la nostra “cultura” in questo ambito non è ancora abbastanza aperta, nella maggior parte dei casi si pensa a partecipare e a realizzare un buon manufatto senza andare oltre. In fin dei conti, tutto questo brulicare di esposizioni e concorsi, sono eventi non molto remoti e, in queste occasioni, si è pensato di più alla divulgazione dell’arte del merletto e meno alla qualità. Penso che l’assenza , molto spesso, di selezione delle opere presentate da parte degli organizzatori non stimoli abbastanza le merlettaie a migliorarsi e a creare qualcosa di nuovo. A questo aggiungerei anche la mancanza di una vera e propria formazione sulla tecnica del merletto. Molte di noi hanno imparato da sole o hanno avuto insegnamenti tramandati da nonne o da vicine, utilizzando schemi di lavori prestati da amiche o acquistati senza avere, in effetti, consapevolezza del grande lavoro che esiste dietro ad ogni disegno. Credo che solo la conoscenza possa portare alla competenza, quindi ben vengano le tiratine di orecchie da chi è nella posizione giusta di poterlo fare e grazie per avermi dato uno spunto per riflettere.

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  4. Spero veramente di non aver tirato le orecchie! Non dimenticare cara Liana il titolo di questo blog: A modo mio. Perciò quello che pubblico è la mia idea, non sempre vincente nè buona. Pur con questi presupposti ho fallito molte volte...e sarà argomento di altri post. Andando all'estero mi sono formata un'idea diversa sul merletto rispetto a quanto vediamo in Italia, ma forse dipende da fatto che l'innovazione da altre parti è iniziata negli anni '40, che il meletto è materia universitaria, che ci si confronta per imparare, dove copiare è un reato, subito punito da leggi veloci... per questo mi piace guardare fuori dal mio "paesello"...

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  5. Thanks so much for becoming a follower of my blog--your lace work is beautiful!

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  6. Grazie Ivy... scambiamoci i complimenti: anche il tuo blog e i tuoi lavori sono molto belli. Complimenti

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