mercoledì 30 marzo 2011

RICAMI O MERLETTI? Mah...

Mi è stato proposto di continuare a  parlare di filo e, alla luce di quanto spesso mi capita di leggere nei vari blog, ma non solo, mi auguro di riuscire a  lasciare nei bambini dei chiari e validi concetti in modo che non possano confondersi nel nominare le varie tecniche.
Quando, assieme a loro userò l’ago per attaccare un bottone, o vedremo i diversi tipi di aghi per i differenti impieghi, potrò dire  che stiamo cucendo. "Cuce" con ago e filo  il sarto, il ciabattino, il tappezziere, il

il chirurgo... credo, che per quanto piccoli ma ben svegli, si stupirebbero se li classificassi  tra i “ricamatori” o "merlettai" o "tessitori" !
Quando invece realizzeremo le prime crocette su tela Aida, potrò dire loro che stiamo ricamando.
Quando useremo l’uncinetto dirò che lavoriamo all’uncinetto, e così sarà per la forcella.
Ma non potrò dire   “ricamo a forcella”.
Quando prenderò in mano i fuselli ed intreccerò i fili dirò che lavoro a “merletto a fuselli” , o   “merletto a tombolo” perchè nelle mani non avrò un ago, ma tanti bastoncini chiamati "fuselli" ed il lavoro finito non sarà neanche lontanamente simile al ricamo.
Osservando una striscia  di macramè, che tra l’altro non so lavorare,  dirò che si tratta di pizzo a nodi.
Lo stesso sarà per il  merletto ad ago,  o per un centrino a “Tenerife

o di pizzo Rinascimento, o di filet e così via, perché con questi specifici nomi sono arrivate fino a noi ed io non posso permettermi di creare nei bambini confusione, nè saprei dare una spiegazione logica sul perchè, oggi, sono definite "ricami".
Non posso sapere quanto rimarrà loro, in futuro, delle mie lezioni, ma spero  che il mio impegno possa servire a far  ben comprendere che tra le varie tecniche  e tipologie esistono delle sostanziali differenze e che non possono essere accomunate tutte sotto una unica denominazione.
Sinceramente non capisco da dove sia uscita questa bizzarra  moda, tutta italiana e che non ci fa onore, di riunire tutto in una unica tipologia: il ricamo.
Eppure a nessuna ricamatrice verrebbe in mente di chiamare il proprio lavoro “un merletto”, il contrario, purtroppo, avviene piuttosto spesso.

7 commenti:

  1. ¡Excelente maestra ,María!.
    Si aprenderán mucho.
    Recuerdo a mi padre diciéndonos en tono "burlón": voy a hacer fil-tiré, cuando yo era muyyy pequeña, hace ...unos años. Lo recordé siempre y aunque luego vi que la que lo hacía era mi madre, en cuanto tuve edad, aprendí a hacer fil-tiré.
    Cariños. Concha

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  2. Gracias Concha. A los niños se tiene que explicar las cosas justas, porque las recuerdan....

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  3. Ciao Maria,
    quei bambini hanno una grande occasione, oltre che un'ottima insegnante di "fili"! Sicuramente tutti non avranno dubbi nella distinzione delle varie tecniche perchè hanno avuto la possibilità di vederne le differenze. Tutti ora si avvicinano con curiosità alle attività che proponi; in seguito, crescendo, in alcuni di loro questa curiosità diventerà passione ed espressione di creatività... Stai facendo una "grande cosa". Un caro abbraccio Emilia

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  4. lo spero, ma anche se non sarà così e si dedicaranno ad altro, spero avranno chiaro il significato delle parole e se vedranno cucire la chiusura lampo dei jeans sapranno che quello non è "ricamo" . Grazie Emilia

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  5. Quando spiego a qualche persona la differenza fra ricamo e merletto dico così: il ricamo è un filo che ha bisogno della stoffa per essere realizzato,mentre il merletto nasce direttamente dal filo, cioè dal nulla e crea un manufatto. Ti piace come spiegazione? Complimenti per la tua dedizione alla causa del "bello".
    Maria Concetta

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  6. ho creduto doveroso pubblicare un post su questo argomento visto che ormai tutto viene definito "ricamo" e poco si conosce delle varie tecniche e tipologie. Quello che maggiormente mi disturba è che è diventato uso sia nella carta stampata che online... possibile che fior di Redattori e giornalisti non conoscano la differenza? Grazie Maria Concetta.

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