giovedì 10 marzo 2011

Come e perchè.


Così, dopo aver visto quanto si faceva all'estero compresi che la strada che avrei seguito sarebbe stata quella per l'abbigliamento, gli accessori e la gioielleria.
Come diceva sempre una delle mie maestre, Graziella Bergliaffa, che stimolava tutte noi allieve a guardare avanti: “I merletti bianchi per la casa sono già stati fatti egregiamente nel passato”, ed io aggiungo che, anche oggi, quei merletti si  eseguono sicuramente meglio di come potrei farli io.  Perciò ho preso la decisione di dedicarmi ad un settore  più confacente alle mie competenza. Disegnare,  progettare ed eseguire, partendo da un cartamodello e  tagliare,  cucire e rifinire la stoffa in modo accurato, a mano se necessario, non mi ha mai spaventato; ideare un merletto esclusivo per un determinato abito è sempre stato per me, molto stimolante. Nel 2002, quando ancora frequentavo la scuola merletti, preparai  alcuni capi per una mostra al Museo della Civiltà Contadina di Farra http://www.ersa.fvg.it/divulgativa/i-musei-della-vita-contadina/: uno scialle rettangolare

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 una stola con un bottone ricoperto in merletto,  un corpino "copriseno"  poiché sul dietro ha solo l’incrocio di due fettucce
 una camicetta in chiffon con un merletto "mobile" che qualcuno definì "quattro fili in croce". ..

Sapevo bene quali sarebbero state le difficoltà a presentare capi di abbigliamento diversi dal tradizionale e i commenti negativi non mi hanno smontato anzi sono stati il movente per continuare e migliorarmi.
Questi capi successivamente hanno sfilato ad Idrija (Slovenia) e poi sono stati esposti in varie esposizioni sia in Italia che all'estero.

                                                                                                    continua.....

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