E’ trascorso esattamente un anno dalla pubblicazione del mio primo post.
Proprio durante il viaggio di ritorno dalla XII Mostra del Ricamo e del Tessuto, da Valtopina a Trieste, decisi di creare un blog.
In molti, ormai, sanno che da alcuni anni collaboro con la Scuola di ricamo di Valtopina e, grazie alla stima che la responsabile Sig.ra Maria Mancini nutre per me, mi occupo esclusivamente dei rapporti con le merlettaie straniere proponendole al pubblico italiano nei consueti incontri annuali di settembre. In queste occasioni ho anche la possibilità di esporre le mie creazioni.
Tutto è iniziato anni fa ( qui ) nel Palazzetto dello Sport, nell'anno 2008 nelle sale del Centro Giovani ( qui ) posta nel cuore della cittadina proseguendo poi, negli anni successivi, nelle sale della Canonica ( qui ) e ( qui ) e dove ho condiviso gli spazi con artisti tessili, ospiti provenienti da diversi stati europei.
In queste occasioni si ricevono molte soddisfazioni ma, a volte, può capitare di sentire anche qualche nota stonata, come è accaduto nella penultima edizione dell’evento.
Lo scorso anno ho invitato Bistra Pisanceva (Bulgaria) per il merletto ad ago (oia o bibila o Kene), una tecnica conosciuta prevalentemente in Europa orientale e, per il merletto a fuselli, Iva Proskova (Rep. Ceca) ( qui ).
qui alcuni merletti di Iva , acconciatura Bissacco
Quasi a fine mostra, involontariamente ho assistito ad una contrattazione al ribasso da parte una signora che, pur desiderosa di acquistare un merletto-fiore di Iva, riteneva il prezzo troppo alto.
L’insistenza della donna, neanche fossimo in un souk, e peraltro su una cifra modesta, mi spinse ad intervenire facendo notare alla signora che stava esagerando e, che così facendo, stava mancando di rispetto al lavoro e alla bravura della merlettaia.
Merletti Iva , collier Bissacco
Merletti Iva , collier Bissacco
Insomma, è finita che la signora ha avuto un piccolo sconto (dovuto soprattutto alla riservatezza della merlettaia) e, immagino, sia andata via felice.
Io, invece, sono rimasta molto colpita, mi sono vergognata ed ho chiesto scusa ad Iva; ho visitato tantissime mostre all'estero ma non ho mai assistito ad una scena simile.
So che il merletto è afflitto da sempre da problemi antichi: sfruttamento, sfacciate copiature ecc. ma noi, in quel momento eravamo in una sala mostre e non in un mercatino di beneficenza, erano esposti merletti decorosi e alcuni capi unici... possibile che non lo comprendano?
Possibile che, ancor oggi, c'è chi pretende di avere dei merletti a prezzi ridicoli? La dignità di chi ha lavorato onestamente tante ore, non esiste? Per questo motivo, a costo di apparire ripetitiva, non smetterò mai di sottolineare che un merletto NON DEVE essere svenduto.
Sarebbe meglio fare un lavoro più umile e di meno impegno, dove certamente si è più rispettati, che svendere un merletto eseguito con tante ore di lavoro!
Questa è la spiegazione del mio primo post che, veramente, aveva incuriosito molti. Per raccontare il mio sdegno mi affidai alla saggezza di Socrate certa che esprimesse meglio il mio pensiero: non dobbiamo dimenticare che un merletto è un capriccio, non serve per la sopravvivenza, ma pur inutile deve avere il suo giusto prezzo. Se non si ha la disponibilità economica per il superfluo è meglio rinunciarci. E’ indecoroso il solo pensare di sminuire il lavoro, l’attenzione e l’emozione impiegata dalla merlettaia per eseguire le sue opere.
Concludo a modo mio, con una breve frase che mi scrisse anni fa un'amica greca, Despyna Koutsika
allora presidente delle merlettaie greche e che purtroppo ci ha lasciato precocemente: “Viva i merletti!”
Grazie a quanti hanno visitato il blog, grazie a quanti mi hanno scritto...insomma grazie a tutti.
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